- 09/10/11
- Super User
Da anni e sempre più Trento è diventata meta privilegiata di gruppi di giovani, ragazzi, bambini e famiglie, ma anche sacerdoti o religiosi e religiose, provenienti dai cinque continenti. Mescolati sulle strade al popolo dei turisti, non si distinguono se non per la motivazione che li ha spinti ad arrivare fin qui. Desiderano ripercorrere il manifestarsi a Trento, durante le macerie provocate dalla II guerra mondiale, di una nuova corrente d'amore sgorgata dal vangelo nella vita e nel pensiero di Chiara Lubich e delle sue prime compagne. I gruppi visitano, sì, i luoghi, li vedono con gli occhi e li abbracciano con il cuore, ma soprattutto rivivono quanto quei posti testimoniano.
Li trovi raccolti in via Prepositura e davanti a S. Maria Maggiore, in piazza Duomo, nel vicolo delle Androne, in via Travai, davanti alle scuole Rosmini, alla chiesa del Santissimo, al bosco di Gocciadoro... E si fermano a lungo in piazza dei Cappuccini n. 2, davanti alla porta di quel piccolo appartamento dove Chiara Lubich e le sue prime compagne, a partire dall’autunno 1943, diedero vita a “la casetta”, così tanti la chiamavano: prodromo di quello che oggi si conosce come “focolare”.
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