Marilen
Maria Elena Holzhauser
(1924-1986)

 

 

 

A me sono state affidate due famiglie. Non si trattava di fare loro la carità, o di andarle a visitare portando una busta di denaro. Si trattava di risolvere radicalmente la loro situazione e portarle almeno ad un livello di autosufficienza.

Una famiglia era composta da cinque persone: il papà, ammalato e quindi senza lavoro, la mamma e tre bambini in una casa quasi priva di mobilio. Con altre tre ragazze della comunità abbiamo deciso il da farsi. Il papà, che era sempre seduto in un angolo della cucina, l'abbiamo affidato a un medico, che l'ha curato e l'ha portato a rendersi utile in casa; per la mamma è stato trovato un lavoro presso un dentista; i bambini, che a scuola faticavano, sono stati seguiti da una di noi, al pomeriggio, nel fare i compiti; nella cantina di casa mia ho trovato un vecchio mobile per la cucina, ancora in buono stato: rimesso a nuovo, è servito a sistemare la cucina, che per loro fungeva anche da soggiorno. Dopo qualche mese quella famiglia non ebbe più bisogno di essere aiutata, si era risollevata completamente, era economicamente indipendente e parte viva della comunità.

L'altra famiglia a me affidata era francese: una mamma vedova con tre bambine. Non c'era niente in casa per mangiare, ma sul tavolo la radio era sempre accesa. La cosa mi faceva un certo effetto, consideravo la radio una spesa inutile. Ma non si poteva giudicare: il povero era Gesù! Quel povero era privo di tutto... aveva solo una radio per non sentire la tristezza della povertà e la solitudine in una terra straniera.
Andavo da loro quasi ogni giorno. Erano sempre sole: la mamma mi accoglieva con le lacrime agli occhi e le bambine sembrava aspettassero solo quel momento. Portavo quello che riuscivo a raccogliere, oppure il mio pezzo di formaggio o di dolce. La mia fame spariva veramente quando vedevo la gioia di quelle bambine. Il rapporto che si stabiliva con loro mi faceva vedere che la comunione di tutti i beni, materiali e spirituali, era possibile. Avevo sempre sofferto per l'indigenza degli altri e per l'incapacità di trovare una soluzione ad essa. Ora si era accesa nel mio cuore la speranza!

Capivo le parole di Chiara: "Dio è Padre. Sulla terra ha messo da mangiare e da vestire a sufficienza per tutti i suoi figli. Se ci volessimo bene, tutto sarebbe risolto".
Quella piccola cerchia di persone di ogni età e condizione me lo confermava. Ora bastava allargarla, far capire a tutti che il povero è Gesù e trattarlo come tale.


da: "Marilen - semplicemente vivere" a cura di Ilaria Pedrini - Città Nuova Editrice, Roma 2000, pag 35-36

 

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