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“E da quel momento ci è parso di scoprire il suo volto dovunque. Egli, che aveva sperimentato in sé la separazione degli uomini da Dio e fra loro, ed aveva sentito il Padre lontano da sé, fu da noi ravvisato non solo in tutti i dolori personali, che non sono mancati, ed in quelli dei prossimi, spesso soli, abbandonati, dimenticati..., ma anche in tutte le divisioni, i traumi, gli spacchi, le indifferenze reciproche, grandi o piccole: nelle famiglie, fra le generazioni, fra poveri e ricchi; nella stessa Chiesa a volte; e, più tardi, fra le varie Chiese; come in seguito, fra le religioni e fra chi crede e chi è di diversa convinzione… Ed è stato lui ad insegnarci come affrontarle, come viverle, come concorrere a superarle quando, dopo l’abbandono, aveva rimesso il suo spirito nelle mani del Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46), dando così all’umanità la possibilità di ricomporsi in se stessa e con Dio ed indicandole il modo. Egli ci si è manifestato perciò chiave dell’unità." |
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